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31 Dicembre 2020, Acerra, provincia nord est di Napoli - Abitanti 59.525 (2019).

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Città con testimonianze risalenti alla preistoria, oggi non più ricordata per i suoi trascorsi storici e culturali, per esempio si narra che qui ebbe vita la maschera di Pulcinella, bensì per i fatti di cronaca legati alla “Terra dei Fuochi”, nella quale giorno dopo giorno le ecomafie hanno sversato rifiuti illeciti nel più totale disincanto delle autorità e della maggioranza della popolazione. L’inquinamento del suolo ha reso questi luoghi "terreno fertile" solo per il business della criminalità organizzata seminando morti cancerose per adulti e bambini.

Dopo il virus delle ecomafie, oggi Acerra si ritrova a combattere con l'ennesima emergenza: il CoViD-19 che sembra stia portando a termine l’opera di disfacimento economico e sociale iniziata dalla camorra. Controlli, regole, chiusura, isolamento, restrizioni… Il senso di preclusione noi lo conosciamo bene, sappiamo come vivere chiusi dentro, come nelle notti d’estate in cui gli incendi abusivi dei rifiuti producono fumi che si diffondono nell’aria rendendola irrespirabile. Da decenni poi conviviamo con il termovalorizzatore che con la sua fumarola ha modificato la skyline rurale rendendola “zona rossa continua”, off limits per gli occhi come per la salute. Qui dei virus conosciamo bene gli effetti, le conseguenze e la lezione. Abbiamo sperato che il 31 dicembre 2020 segnasse, con il vaccino, la fine della pandemia da corona virus. Ma sappiamo che il cambiamento non avviene dalla sera alla mattina, la speranza che vada tutto bene va accompagnata al senso di responsabilità civile e l’impegno a produrre per il bene comune; questa è la strada che ci può portare verso nuovi stili di vita che possano dare benessere a tutti.

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Photographic Project by Luciana Passaro & Giovanni Esposito

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